IL COMMERCIO Bari, scompaiono i negozi – La crisi desertifica i quartieri
In aumento gli esercizi di prossimità che abbassano le saracinesche per fare spazio a nuove attività Vito D’Ingeo, presidente di Confcommercio Bari-Bat, affronta il tema nell’indagine realizzata con Swg
Il capoluogo Quarta Città in Italia ad aver perso più rivendite negli ultimi 5 anni
BARI Gli esercizi di prossimità stanno scomparendo, nelle grandi città così come nei piccoli comuni. E a Bari la situazione non è migliore: i piccoli negozi di quartiere abbassano sempre più spesso le serrande per far spazio a nuove attività commerciali, lasciando interi quartieri deserti e costringendo i residenti a spostarsi anche per l’acquisto dei prodotti più comuni.
II fenomeno:
Lo shopping online, le nuove abitudini di acquisto, l’inflazione e la crisi economica sono solo alcuni degli elementi che hanno contribuito, e continuano a farlo, al cambiamento radicale del commercio barese. Un esempio è via Manzoni, un tempo conosciuta come la “via dello shopping” per eccellenza, dove oramai sono più le attività che hanno chiuso definitivamente che quelle ancora operative. Secondo un report di Unioncamere Puglia diffusi a inizio anno, Bari è la quarta città in Italia ad aver perso più negozi negli ultimi cinque anni. A gennaio avevano abbassato le serrande ben 278 attività Situazione confermata anche dai numeri di Confcommercio, per cui in Italia, nell’ultimo decennio, gli esercizi commerciali in sede fissa sono diminuiti di 120mi1a unità. Tra i più penalizzati i negozi di mobili e ferramenta (30,5%), di giocattoli (31,5%) e di abbigliamento (21,8%), mentre aumenta il numero delle farmacie e parafarmacie (+12,6%), dei rivenditori di computer e telefonia, (10,8%), ma soprattutto di bar e ristoranti (+43%).
Confocommercio e Swg:
Gli esercizi di prossimità svolgono una serie di funzioni: non solo rafforzano le comunità locali e creano occasioni d’incontro, ma incrementano anche il valore delle abitazioni. La chiusura dei negozi, al contrario, rappresenta un fattore destabilizzante per i residenti. Questi sono solo alcuni dei risultati emersi da un’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Swg nell’ambito del progetto “Cities”, che ha come obiettivo il contrasto della desertificazione commerciale nelle città italiane. «Secondo questo studio — afferma Vito D’Ingeo, presidente di Confcommercio Bari-BAT — alle attività economiche di prossimità viene riconosciuto un alto valore sociale. Per quasi i due terzi degli intervistati, rappresentano un’occasione di incontro che rafforza l’appartenenza alla comunità, offrono servizi attenti alle persone fragili, fungono da presidio di sicurezza, garantiscono la cura dello spazio pubblico e facilitano l’integrazione». Uno dei principali motivi che spingono i cittadini ad uscire dal proprio quartiere per fare acquisti è proprio la desertificazione commerciale. Rispetto alla propria zona di residenza, spiega D’Ingeo, una diminuzione si percepisce soprattutto in relazione alle attività specializzate, come nel caso dei negozi di abbigliamento ed elettronica, e dei servizi essenziali, tra cui gli alimentari. Solo i servizi per il tempo libero, come bar e ristoranti, sembrerebbero in aumento.
[da L’Edicola del Sud di mercoledì 24 luglio 2024, pagina 11 – di Nuzzaco Serena]