Vito D’Ingeo, Presidente Confcommercio Bari Bat, traccia un consuntivo a luci e ombre
Come si chiude 11 2024 e cosa si annuncia per il nuovo anno
Come si chiude il 2024 e che cosa si annuncia per il nuovo anno relativamente al commercio della nostra terra? Lo chiediamo al dottor Vito D’ Ingeo, Presidente Confcommercio Bari Bat il quale traccia un consuntivo luci ed ombre, ma aperto ad un cauto ottimismo, non tralasciando i problemi sul tappeto.
Presidente D’ Ingeo, che possiamo dire del commercio da noi e quali le criticità?
“Non dobbiamo dimenticare che sullo sfondo vi sono conflitti internazionali che fanno solo del male sotto il profilo umano innanzitutto e poi su quello economico. Le guerre rappresentano un grande freno all’economia globale. Nonostante queste sciagure, i numeri ci dicono che c’è una lieve crescita economica a livello nazionale. Il dato è superiore al Sud che vede anche un attivo maggiore tra aziende che hanno aperto rispetto a quelle che hanno abbassato definitivamente la saracinesca.” Diamo un po’ di numeri… “Lo shopping online, le nuove abitudini di acquisto, l’inflazione e la crisi economica sono solo alcuni degli elementi che hanno contribuito, e continuano a farlo, al cambiamento radicale del commercio barese. Un esempio è via Manzoni, un tempo conosciuta come la “via dello shopping” per eccellenza, dove oramai sono più le attività che hanno chiuso definitivamente che quelle ancora operative. Secondo un report di Unioncamere Puglia diffusi a inizio anno, Bari è la quarta città in Italia ad aver perso più negozi negli ultimi cinque anni. A gennaio avevano abbassato le serrande ben 278 attività Situazione confermata anche dai numeri di Confcommercio, per cui in Italia, nell’ultimo decennio, gli esercizi commerciali in sede fissa sono diminuiti di 120mi 1 a unità. Tra i più penalizzati i negozi di mobili e ferramenta (30,5%), di giocattoli (31,5%) e di abbigliamento (21,8%), mentre aumenta il numero delle farmacie e parafarmacie (+12,6%), dei rivenditori di computer e telefonia, (10,8%), ma soprattutto di bar e ristoranti (+43%).” 112025? “Con l’inflazione sotto controllo, il buon andamento dell’occupazione e tredicesime in crescita, i consumi di Natale dovrebbero mostrare una maggiore vivacità rispetto all’anno scorso. Questa prospettiva, confermata anche dal buon andamento del Black Friday, fa sperare in una crescita più robusta nel 2025”.
Che cosa rappresentano i commercianti?
“Mi auguro che nessuno dimentichi il ruolo fondamentale dei commercianti rappresentano le sentinelle del territorio. Danno luce, vitalità, sicurezza, garantiscono i beni di prima necessità e sono sempre pronti a soddisfare le richieste dei cittadini. Far sì che abbassino la saracinesca rappresenta la morte dei centri abitati. Per cui mi auguro che sia un Natale di comunità e che i regali vengano fatti nei negozi sotto casa.” Che cosa fa Confcommercio per abituare i commercianti alle nuove tecnologie?
“Sul piano tecnologico, il 2024 è stato l’anno dirompente per l’intelligenza artificiale, uno strumento a sostegno delle piccole e medie imprese, un grande strumento che dobbiamo rapidamente conoscere perchè è l’alleato che ci consentirà di crescere ulteriormente. Noi come Confcommercio stiamo mettendo a disposizione dei commercianti una serie di corsi per avvicinarli a questa realtà e bruciare i tempi. Il futuro è oggi “.
Che fare per arrestare la decrescita?
“Negli ultimi quarant’anni, l’Italia ha visto una drastica diminuzione della popolazione giovanile, con circa dieci milioni di giovani in meno, mentre la popolazione over 65 è quasi raddoppiata, soprattutto al Sud. Tra il 2011 e il 2023, il Mezzogiorno ha perso un milione di abitanti e 1,9 milioni di giovani, a causa di condizioni economiche sfavorevoli. In questo stesso periodo, si è registrata una significativa diminuzione delle imprese giovanili, con oltre 180.000 attività scomparse, di cui più del 40% nel Sud. Il tasso di imprenditoria giovanile è sceso dall’11,9% all’8,8%, con un potenziale impatto negativo sul Pil, stimato tra 47 e 63 miliardi di euro. Per contrastare questo declino, è necessario aumentare l’imprenditorialità giovanile, soprattutto nel terziario, settore che ha generato maggior crescita occupazionale.”
[da Quotidiano di Bari di martedì 17 dicembre 2024, pagina 4 – di B.V.]