Negozi di vicinato tesoro da tutelare
Il progetto Cities di Confcommercio – «Attività economiche il valore della prossimità»
D’ingeo (Confcommercio): «La città contemporanea vive un’epoca di crisi, il progetto Cities cambia la prospettiva» «L’antidoto che proponiamo contro la desertificazione è un mosaico di proposte»
L’INTERVISTA • Dall’ultima analisi dell’Ufficio Studi “Città e demografia di impresa”, nei 120 capoluoghi di provincia e 10 comuni di media dimensione analizzati, negli ultimi dieci anni sono spariti quasi 29mila esercizi commerciali al dettaglio e oltre 6mila attività di commercio ambulante (per il totale Italia le riduzioni sono rispettivamente di oltre 111mila e oltre 24mila unità). Per la Puglia sono stati presi in considerazione i comuni di Andria, Bari, Barletta, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto, Trani. Complessivamente questi Comuni, tra i12012 e i12023, hanno perso 2.686 imprese del commercio al dettaglio (in sede fissa e ambulante) pari a -18,0%. Eppure i I cittadini pugliesi preferiscono vivere nei quartieri dove abbondano gli esercizi di prossimità. Questa scelta è motivata dal fatto che tali attività non solo rafforzano le comunità locali, ma incrementano anche la sicurezza percepita e il valore delle abitazioni. La chiusura dei negozi, invece, è una fonte di preoccupazione e tristezza per i residenti, che avvertono chiaramente quali tipologie merceologiche siano più a rischio. La presenza dei negozi di vicinato influisce significativamente sulle preferenze insediative dei cittadini. «Alle attività economiche di prossimità, secondo questo studio – afferma Vito D’Ingeo, Presidente di Confcommercio Bari-BAT – viene riconosciuto un alto valore sociale. Rappresentano un’occasione di incontro che rafforza l’appartenenza alla comunità, offrono servizi attenti alle persone fragili, fungono da presidio di sicurezza, garantiscono la cura dello spazio pubblico e facilitano l’integrazione. Per quanto riguarda i consumi, gli acquisti quotidiani di farmaci e tabacchi vengono effettuati prevalentemente negli esercizi vicini all’abitazione». Per contrastare la desertificazione commerciale, Confcommercio ha avviato il progetto “Cities”. «Formazione e un nuovo modo di concepire il commercio sono gli strumenti che abbiamo per cominciare a contrastare questo fenomeno. Rigenerare e innovare è la risposta di Confcommercio alla desertificazione urbana. Quando si dice che un centro storico si “desertifica” non possiamo e non dobbiamo pensare solo ai numeri, poiché gli esercizi commerciali non sono di fatto tutti uguali nelle esternalità che producono. Per la città, per la comunità, per le persone non è uguale quando chiude un locale del centro storico, e apre al suo posto il punto anonimo di una catena internazionale. Non è uguale se ci sono tutti negozi della stessa tipologia e manca la diversificazione», racconta il dott. D’Ingeo. Se per zona commerciale deserta si intende anche una via arida, senza passato, senza futuro e senza anima. Sulla qualità del tessuto commerciale che la pandemia ha fatto più danni: «La pandemia – afferma il presidente di Confcommercio Bari-Bat – ha indebolito la coesione sociale, ha amplificato le fragilità individuali, ha accelerato fenomeni complessi che hanno lasciato indietro tanti. Per questo Confcommercio-Imprese per l’Italia ha deciso di investire con ancora più determinazione e impegno sul tema della rigenerazione urbana in questi anni. Il progetto “CiTIES – Città e Terziario: Innovazione Economia Socialità” esprime pienamente la nostra condizione di non essere la rappresentanza delle imprese “nelle” città ma di essere la rappresentanza economica “delle” città”. L’antidoto che proponiamo alle amministrazioni è un mosaico di proposte la cui composizione deve poi essere declinata da ciascuno secondo le proprie caratteristiche e le proprie attitudini. Questa è la smart city, quella che non dimentica la rigenerazione urbana e ne fa l’autentica missione di una tecnologia a servizio delle persone, del pianeta e del futuro». Si crea un legame tra città e imprese, producendo contraddizioni che delineano i termini di una vera e propria “questione urbana” e che evidenziano come il progetto CiTIES sia un laboratorio del cambiamento. Esso ha anche l’ambizione di costituire un esempio metodologico per la condivisione di E:RCIO pratiche all’interno del Sistema per rafforzarne le competenze multidisciplinari e favorire la diffusione e la replicabili delle esperienze in contesti diversi. «La città contemporanea – spiega il dott. D’Ingeo – vive un’epoca di crisi e trasformazione. Di fronte ai cambiamenti nella città contemporanea e alle loro conseguenze critiche sull’economia e sulla società, con il progetto Cities vogliamo, dunque, contribuire a orientare l’impegno degli attori urbani verso tre direttrici di intervento: la città della prossimità che aumentino i servizi di vicinato e riducano le possibilità di spostamento. La città policentrica che conduce verso quartieri con contaminazioni e connessioni che possono rendere ogni quartiere unico e attraente. La città bene comune che nasce dalla sinergia tra il tessuto imprenditoriale e la propria comunità e si traduce non solo in opportunità economiche, ma in arricchimento sociale e culturale». Per cui nascono nuove forme dello spazio pubblico e dei fronti commerciali e si arriva alla definizione di specifiche politiche della notte per ritrovare l’equilibrio tra tutela del patrimonio culturale e storico della città e la qualità dei residenti. Si arriva alla definizione e valorizzazione del contributo delle economie di prossimità: si utilizza il design for all come principio per la progettazione dello spazio urbano, progettazione e implementazione di residenze diffuse e cohousing per favorire lo sviluppo della Silver economy. Attraverso iniziative mirate, il progetto intende sostenere i negozi di vicinato e rafforzare il tessuto economico e sociale delle comunità pugliesi.