II Presidente di Confcommercio Bari- Bat, Vito D’Ingeo “Orecchiette? Evitiamo il tafazzismo e piuttosto regolamentiamo il fenomeno” “Se per caso qualcuno ha fatto il furbetto, utilizzando materiale industriale dichiarandolo fatto in casa, ha sbagliato e va messo da parte o sanzionato” “Orecchiette? Evitiamo il tafazzismo e piuttosto regolamentiamo il fenomeno”: il Presidente di Confcommercio Bari- Bat dottor Vito D’Ingeo, con la solita saggezza e correttezza, interviene sulla polemica relativa alle presunte orecchiette artigianali che sarebbero spacciate per fresche ai turisti a Bari Vecchia ed anche sui “ristoranti” casalinghi.
Presidente D’ Ingeo, se la cosa rispondesse al vero, non ne cadiamo benissimo….
“Intanto prima di ogni cosa bisogna accertare con correttezza e lucidità i fatti. Indubbiamente, visto che il mondo è globale, alla pari della informazione e delle notizie che corrono sul web, non ne usciamo come si dovrebbe. Tuttavia a mio avviso non bisogna mai generalizzare e criminalizzare in blocco. Se per caso qualcuno ha fatto il furbetto utilizzando materiale industriale dichiarandolo fatto in casa, ha sbagliato e va messo da parte o sanzionato. Ma questo non significa che tutto il settore abbia lati negativi, vi è anche chi davvero rende un buon servizio e contribuisce alla immagine di Bari. Come al solito, ci vuole misura”.
E voi come Confcommercio che fate?
“Non abbiamo ovviamente poteri di polizia sanitaria o fiscale, in pratica non abbiamo facoltà repressive che spettano ad altre autorità. La mia idea è che ad esempio, le tasse vadano pagate e che ci si debba sempre mettere in regola evitando abusi e scelte non rispondenti alla legge. Come Confcommercio abbiamo organizzato gratuitamente un corso che insegna intanto come si fanno le orecchiette, poi come si vendono e la maniera rispondente ai criteri fiscali corretti. E tutelando l’igiene. In poche parola Confcommercio vuole venire incontro al settore con corsi professionali assolutamente gratuiti”.
Che cosa pensa delle immagini di telai di orecchiette vicini a posti poco igienici e soprattutto dei ristoranti casalinghi?
“Intanto a Bari ci sono tanti ottimi ristoranti strutturati ed ufficiali e quindi la scelta è ampia, basta saper decidere bene e con diligenza senza inutili avventure. Lo ribadisco, a mio avviso bisogna da un lato proteggere un settore che comunque crea reddito e ci mette in risalto, ma per altro verso è indispensabile tutelare la legalità, l’igiene e la professionalità. Non è giusto che per qualche persona poco scrupolosa delle regole ci rimettano tutti e a mio avviso si sta creando un danno alla immagine stessa di Bari”.
In che senso?
“La stampa giustamente deve fare il suo mestiere e dare notizie, nulla da eccepire. Ed è sacrosanto che ogni artigiano o venditore debba pagare le tasse e rispettare le regole di igiene, segnalando comunque che da sempre esistono differenze fiscali ed agevolazioni tra chi produce artigianalmente in casa e chi no. Il turista va coccolato e se legge notizie del genere si mette sulla difensiva e alla fine sospetta non solo delle orecchiette, ma di tutto il sistema Bari. Bisogna evitare il tafazzismo, male nel quale talvolta cadiamo. Lo ripeto: la notizia è sacra e va data, però attenzione a non gettare il bambino con l’acqua sporca, possiamo danneggiare l’intera immagine di una città che turisticamente è cresciuta e sta decollando ancora. Alla fine rischiamo di rimetterci tutti. Allora, predico misura, correzione degli abusi se ci sono stati e corsi che aiutino gli operatori”.
Si avvicina il Natale, dal punto di vista del commercio che previsioni possiamo fare?
“11 primo freddo ha dato una mano specie all’ abbigliamento. Spinge a comprare la giacca pesante o il cappotto. Le stime sono moderatamente ottimiste per le vendite al dettaglio, speriamo bene. Il food e l’alimentare risulta il live calo per l’aumento del prezzo dei prodotti, penso al cioccolato che viaggia su gomma e dunque il gasolio costa o al caffè”.
Caro tazzina…
“Anche questa è una polemica esagerata. I baristi lavorano con dedizione e a mio avviso praticano prezzi nel complesso corretti. Non è sostenibile oggi vendere una tazzina di espresso a meno di 1, 20 e del resto guardate le altre città. Il caffè viene importato e non viaggia più dal canale di Suez per le note vicende, ma fa un giro larghissimo e questo ovviamente fa lievitare i costi dei trasporti e del prodotto”.
[di Volpe Bruno – da Quotidiano di Bari di giovedì 21 novembre 2024, pagina 5]